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apoli (IPA: [ˈnaːpoli], Napule in napoletano) è un comune italiano di 959.597 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia e della regione Campania.
È il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano. L'area metropolitana di Napoli, a seconda delle varie stime, comprende tra i 2.200.000 e i 5.000.000 abitanti[2].
È situata in posizione pressoché centrale sull'omonimo golfo, tra il Vesuvio, e l'area vulcanica dei Campi Flegrei. Il suo patrimonio artistico e architettonico è tutelato dall'UNESCO, che, nel 1995, ha incluso il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, tra i siti del patrimonio mondiale dell'umanità[3].
Fu fondata nel VII secolo a.C. da coloni greci[4][5][6]; successivamente rifondata come Neapolis nella zona bassa tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C., viene annoverata tra le principali città della Magna Grecia[7]. Nel corso della sua storia quasi trimillenaria Napoli ha visto il susseguirsi di lunghe e numerose dominazioni straniere, rivestendo una posizione di rilievo in Italia e in Europa.
Dopo l'Impero romano, nel VII secolo la città formò un ducato autonomo, indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni fu capitale del Regno di Napoli. Da Napoli, agli inizi del XV secolo, sotto Ladislao I di Durazzo, partì il primo tentativo di riunificazione d'Italia; successivamente la città divenne il centro politico dell'Impero Aragonese[8]. Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali fu, dal basso medioevo fino all'Unità, tra i principali centri di riferimento culturale, al pari delle altre principali capitali del continente[9][10][11].
Già capitale del Regno delle due Sicilie, dopo l'annessione al Regno d'Italia la città e, in generale, tutto il meridione d'Italia, subirono un relativo declino socio-economico[12][13]. A Napoli si trova Villa Rosebery, una delle tre residenze ufficiali della Presidenza della Repubblica.
Indice [nascondi]
1 Geografia fisica
1.1 Territorio
1.2 Clima
2 Storia
2.1 Età antica
2.2 Età medievale
2.3 Età moderna
2.4 Età contemporanea
2.5 Simboli
2.6 Onorificenze
3 Monumenti e luoghi d'interesse
3.1 Architetture religiose
3.1.1 Cimiteri monumentali
3.2 Architetture civili
3.2.1 Fontane
3.2.2 Scale
3.2.3 Ville
3.2.4 Residenze reali
3.2.5 Architettura moderna
3.3 Architetture militari
3.4 Altro
3.4.1 Piazze e strade
3.4.2 Altri luoghi
3.5 Siti archeologici
3.6 Aree naturali
4 Società
4.1 Evoluzione demografica
4.2 Etnie e minoranze straniere
4.3 Tradizioni e folclore
4.4 Qualità della vita
5 Cultura
5.1 Istruzione
5.1.1 Biblioteche
5.1.2 Università
5.1.3 Musei
5.2 Media
5.2.1 Radio
5.2.2 Stampa
5.2.3 Cinema
5.2.4 Televisione
5.3 Arte
5.3.1 Arte contemporanea
5.3.2 Pittura
5.4 Teatro
5.5 Musica
5.6 Cucina
5.6.1 La pizza
5.6.2 La pastasciutta
5.6.3 I dolci
5.7 Personalità legate a Napoli
6 Geografia antropica
6.1 Tessuto urbano e popolazione
6.2 Suddivisioni amministrative
7 Economia
7.1 Industria
7.2 Servizi
7.3 Turismo
8 Infrastrutture e trasporti
8.1 Strade
8.2 Ferrovie
8.3 Porti
8.4 Aeroporti
8.5 Mobilità urbana
9 Amministrazione
9.1 Amministrazioni precedenti
9.2 Ambasciate e consolati
9.3 Gemellaggi
10 Sport
10.1 Calcio
10.2 Basket
10.3 Pallanuoto
10.4 Rugby
10.5 Altro
10.5.1 Il quadro completo
10.6 Sport individuali
10.7 Manifestazioni sportive
11 Galleria fotografica
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
[modifica] Geografia fisica
 
== 사건 ==
 
 
Veduta panoramica del Golfo di Napoli da via Orazio, Posillipo
 
 
Castel dell'Ovo sull'Isolotto di Megaride, oggi Borgo Marinari
[modifica] Territorio
Napoli sorge vicino al centro dell'omonimo golfo, dominato dal massiccio vulcanico del Vesuvio e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dal golfo di Pozzuoli con Capo Miseno, a settentrione dalle appendici dell'Appennino Campano.
La città storica è andata sviluppandosi preminentemente sulla costa; il primo nucleo della città fu costituito dall'isolotto di Megaride, ove coloni greci diedero avvio al primo emporio commerciale[14] che comportò lo sviluppo della città odierna. Il territorio di Napoli è composto prevalentemente da colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della Collina dei Camaldoli) sulle quali sono nati veri e propri quartieri e/o rioni storici, ma anche da isole, insenature e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno.
L'intero territorio ha una storia geologicamente complessa: il substrato recente è composto perlopiù da detriti di varia natura vulcanica.
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003[15].
[modifica] Clima
Per approfondire, vedi le voci Clima di Napoli, Stazione meteorologica di Napoli Capodichino, Stazione meteorologica di Napoli Capodimonte e Stazione meteorologica di Napoli Porto.
Napoli gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raramente manca sul suo golfo. Il sole splende mediamente per 250 giorni l'anno[16]. La particolare conformazione morfologica del territorio del capoluogo comunque obbliga in questa sede ad aggiungere che la città possiede al suo interno differenti microclimi con la possibilità così di incontrare variazioni climatiche anche significative spostandosi di pochi chilometri (più continentale rispetto al centro della città, ad esempio, risulta essere la zona di Capodichino, dove è situato l'unico aeroporto cittadino, al pari della maggior parte dei quartieri della zona nord del capoluogo, come Poggioreale o Secondigliano). Anche la zona dei Camaldoli, a causa della maggiore altitudine, si caratterizza per un clima leggermente più freddo nei mesi invernali, ed un clima meno afoso in quelli estivi. Non sono mancati però anche episodi di gelo (l'ultimo nel marzo 2005).
 
napoli Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 12 12 15 18 23 26 29 30 26 22 17 14 12,7 18,7 28,3 21,7 20,3
T. min. media (°C) 4 4 6 8 12 16 18 18 15 12 8 5 4,3 8,7 17,3 11,7 10,5
T. max. assoluta (°C) 20 22 27 27 32 37 38 40 37 36 27 22 22 32 40 37 40
T. min. assoluta (°C) -5 -2 -2 0 0 8 10 10 7 2 -2 -3 -5 -2 8 -2 -5
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 0 0 0 0 0 1 6 8 1 0 0 0 0 0 15 1 16
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 3 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 7 1 0 0 8
Precipitazioni (mm) 104 98 86 76 50 34 24 42 80 130 162 121 323 212 100 372 1.007
Radiazione solare globale media (centesimi di MJ/mq) 4 4 5 6 8 9 10 10 8 6 4 3 11 19 29 18 77
Fonte: Weatherbase[17]
Classificazione climatica: zona C, 1034 GG[18]
[modifica] Storia
 
Per approfondire, vedi le voci Storia di Napoli e Regno di Napoli.
 
 
Resti della Villa Imperiale di Pausilypon a Posillipo
[modifica] Età antica
Alcune tombe risalenti all'epoca neolitica (fine III millennio a.C.) rinvenute nel quartiere di Materdei, da attribuire alla antichissima cultura del Gaudo provano che l'area cittadina fu frequentata già in epoca preistorica. Inoltre sono stati trovati solchi di aratri risalenti molto prima dell'insediamento di coloni greci.
Nel VII secolo a.C. fu fondata la colonia di Partenope, preceduta da una frequentazione commerciale dal IX secolo a.C.[senza fonte]. Tale insediamento venne successivamente chiamato Palaepolis ("città vecchia"), quando la città fu ampliata con la fondazione di un secondo nucleo urbano, posto a poca distanza, ovvero Neapolis ("città nuova" V secolo a. C.). Nel 326 a.C., a seguito delle guerre sannitiche, i Romani conquistarono definitivamente la città (con la disfatta di Palepolis), che conservò però la lingua greca almeno fino al II secolo d.C. Nei secoli seguenti Napoli ospitò molti patrizi ed imperatori romani che trascorsero qui pause di governo. Augusto la scelse come sede dei giochi Isolimpici, una specie di giochi Olimpici italici poiché era la città più "greca d'Italia".[19][20] Nel 476 d.C. l'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augusto fu imprigionato nel Castel dell'Ovo.
[modifica] Età medievale
 
 
Statua di Alfonso V all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli.
Nel 536 Napoli fu conquistata dai Bizantini durante la guerra gotica e rimase saldamente in mano all'Impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo, retto dagli esponenti di spicco delle cosiddette "famiglie magnatizie". La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini ed i pirati Saraceni. Attorno al 990, pochi anni dopo l'istituzione dell'arcidiocesi di Capua, Sergio fu il primo arcivescovo della città, quando la sua diocesi fu elevata a provincia ecclesiastica dal Papa, poco dopo che Leone III l'Isaurico, a seguito delle dispute teologiche sorte attorno al movimento iconoclasta, passò le diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli[21]. Nel 1139 i normanni di Ruggero II conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del Principato di Capua, nel neonato Regno di Sicilia, con capitale Palermo; ciononostante la città conservò la sede dell'arcidiocesi. Dopo la dominazione sveva, durante la quale fu compresa nel giustizierato di Terra di Lavoro, il capoluogo campano divenne parte del regno angioino dopo la vittoria di Carlo d'Angiò su Manfredi di Svevia nel 1266 a Benevento e su Corradino di Svevia a Tagliacozzo nel 1268. In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (Vespri siciliani) e l'occupazione dell'isola da parte aragonese, Napoli, fino ad allora una delle tante città marinare del Tirreno, divenne la capitale del regno e uno dei più importanti centri di potere della penisola italiana. L'ultima grande impresa degli angioini napoletani fu la spedizione militare di Ladislao I di Napoli, il primo tentativo di riunificazione politica d'Italia, agli inizi del XV secolo.
[modifica] Età moderna
 
 
Masaniello, uno dei protagonisti della storia cittadina
Nel 1442 anche Napoli cadde in mano aragonese, diventando una delle città più influenti del dominio Aragonese e ospitando stabilmente, durante il regno di Alfonso il Magnanimo (1442-1458), il re e la corte di questo grande stato mediterraneo. Nel 1501, nell'ambito delle guerre d'Italia, il Regno di Napoli fu conquistato dagli spagnoli e, per oltre due secoli, governato da un viceré, per conto di Madrid. Nel XVII secolo la città vide la famosa rivolta di Masaniello a causa del malgoverno spagnolo e la nascita di una effimera repubblica indipendente.
Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostituì uno stato indipendente che comprendeva tutto il Mezzogiorno italiano e la Sicilia. Sotto la dinastia dei Borbone Napoli rafforzò il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee. Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide prima la nascita di una repubblica giacobina e poi la conseguente restaurazione borbonica. Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte da Napoleone Bonaparte che affidò il regno a suo fratello Giuseppe e quindi, in seguito, a Gioacchino Murat. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritornò nuovamente ai Borbone.
Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu conquistato dai Mille di Garibaldi e annesso al Regno d'Italia.
[modifica] Età contemporanea
Durante la seconda guerra mondiale Napoli vide, dopo l'8 settembre, la rivolta popolare contro l'occupante tedesco comunemente detta delle Quattro giornate di Napoli. La Napoli contemporanea è tra le più grandi e popolose metropoli italiane e mediterranee, conservando ancora la sua storica vocazione di centro culturale, scientifico ed universitario di livello internazionale, oltre che di grande città d'arte e primario polo turistico.
[modifica] Simboli
 
Per approfondire, vedi la voce Stemma di Napoli.
Lo stemma si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di rosso («troncato d'oro e di rosso»), sormontato da una corona turrita con cinque bastioni merlati visibili, di cui solo uno, quello centrale, dotato di porta d'ingresso.
Il gonfalone riprende i due colori dello stemma, oro e rosso, che occupano rispettivamente la metà superiore e la metà inferiore dell'intero drappo («troncato»), riprendendo simmetricamente la disposizione dei colori dello scudo araldico cittadino[22].
« troncato d'oro e di rosso, caricato dello stemma civico, con l'iscrizione in oro «Comune di Napoli». »
[modifica] Onorificenze
Per approfondire, vedi la voce Quattro giornate di Napoli.
Napoli è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione; è stata infatti la prima città a liberarsi con le sue sole forze dall'occupazione nazi-fascista e quindi insignita della medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici della popolazione e per le attività nella lotta partigiana durante la rivolta detta delle Quattro giornate di Napoli.
Medaglia d'oro al valor militare
«Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria[23].»
— Napoli, 27 - 30 settembre 1943, data del conferimento: 10 settembre 1944
[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse
 
Per approfondire, vedi le voci Monumenti di Napoli e Centro storico di Napoli.
Bene protetto dall'UNESCO
Patrimonio dell'umanità
Centro storico di Napoli
Historic Centre of Naples
 
Tipologia Architettonico, artistico
Criterio C (ii) (iv)
Pericolo Nessuna indicazione
Anno 1995
Scheda UNESCO inglese
francese
Napoli è una delle città mondiali a maggior densità di risorse culturali e monumenti che ne testimoniano la sua evoluzione storico-artistica. Il centro storico, nel 1995, è stato annoverato dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità con la seguente motivazione:
« Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa. »
Esso è il risultato di sovrapposizioni di stili architettonici, a racchiudere circa 2.800 anni di storia e a testimonianza delle varie civiltà che vi hanno soggiornato: fattori che gli hanno donato un valore universale senza eguali.[24] Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, tra gli altri, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica. L'eredità di questa storia millenaria si può comunque ammirare anche in tutta la città e nei suoi dintorni, che rendono la città di Napoli, un museo a cielo aperto a tutti gli effetti.
Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri, fa sì che parte di tale patrimonio versi in rovina o in stato di degrado[25] (sono più di 160 le chiese che solo nel centro storico hanno gravi problemi strutturali, altrettanti i palazzi; ma anche fontane, obelischi, architetture antiche, ecc.). Per far fronte a questa emergenza, vari comitati cittadini stanno cercando di far intervenire l'UNESCO[25]. Inoltre, malgrado il costante impegno delle associazioni per la tutela del patrimonio partenopeo, che puntualmente segnalano agli organi competenti le situazioni più critiche, i fenomeni di degrado coinvolgono anche diversi beni posti al di fuori del centro di Napoli.
[modifica] Architetture religiose
Per approfondire, vedi le voci Chiese di Napoli e Catacombe di Napoli.
Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana, e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.
Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosità della città, come nel caso dei regnanti Angioini ed Aragonesi; nei secoli successivi la città fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna[26].
Nel XVII secolo a Napoli vi erano un centinaio di conventi e monasteri[27], mentre circa 500 chiese nel XVIII secolo, tanto che le valse il soprannome di città dalle 500 cupole[28]. In epoca più moderna, il periodo del Risanamento, i terremoti e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di 60 chiese monumentali. Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese, di conventi ed altre strutture di culto[29]. Anche se si considerano solo le chiese storiche, il numero è particolarmente elevato; esse raggiungono infatti le 448 unità[30].
 
 
Cattedrale
Molte sono le chiese proibite, dalle porte sbarrate da secoli o abbandonate senza custode ma che spesso contengono anche opere di alto valore artistico (come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Sapienza su Via Costantinopoli che contiene tele di Luca Giordano ed un ricco interno barocco)[31]. Le chiese napoletane sono testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in maniera indiretta, sono legate per lo più le vicende artistiche ed architettoniche della città, nonché i suoi repentini cambiamenti.
Tra le principali architetture religiose della città si ricordano:
la Cattedrale,
la Basilica di Santa Chiara,
la Chiesa di Santa Maria Incoronata
la Chiesa dei Girolamini,
la Chiesa del Gesù Nuovo (o Trinità Maggiore),
San Francesco di Paola,
la Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore,
la Basilica di Santa Maria della Sanità,
la Chiesa di Sant'Agostino alla Zecca (o Sant'Agostino Maggiore),
la Chiesa di San Domenico Maggiore,
la Chiesa di San Giovanni Maggiore,
la Certosa di San Martino.
[modifica] Cimiteri monumentali
 
 
Cimitero delle Fontanelle - Ingresso
La città possiede numerose aree cimiteriali monumentali, quelle più vaste e quelle che rappresentano meglio il "culto dei morti" in città, sono: il cimitero delle Fontanelle ed il cimitero di Poggioreale.
Realizzato in una cavità ubicata all'interno del Rione Sanità, il Cimitero delle Fontanelle fu per secoli oggetto di culto da parte del popolo napoletano. All'interno vi sono depositati migliaia di resti di ossa umane delle persone decedute a causa dell'epidemia di colera che investì Napoli nel XVII secolo (circa quarantamila teschi che venivano venerati, adottati, curati con l'auspicio di ottenerne delle grazie). Questo culto venne interrotto a causa del naturale contrasto della Chiesa verso i riti pagani, intorno agli inizi degli anni settanta. Dopo 20 anni di chiusura il cimitero è stato restaurato e recentemente riaperto al pubblico.
Il cimitero di Poggioreale consta di diverse parti distaccate che si arrampicano sulle colline partenopee da Poggioreale fino a San Carlo all'Arena. La parte principale è il cimitero monumentale che data la ricchezza di statue, lapidi, chiese e cappelle è da considerarsi un museo a cielo aperto e sicuramente uno dei posti meno conosciuti artisticamente (Il cimitero contiene circa 1.000 statue). Uno dei posti più interessanti è il Quadrato degli uomini illustri dove riposano tutte le personalità che hanno dato lustro alla città: Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, E. A. Mario, Vincenzo Gemito, Saverio Mercadante, Luigi Giura, Tito Angelini, Gilda Mignonette e tanti altri. Un'altra parte importante da segnalare è quella della chiesa di Santa Maria del Pianto dalla quale diparte un vialetto a zig zag che scende dalla collina e dove si possono incontrare le cappelle private di Eduardo Scarpetta, Antonio de Curtis ed Enrico Caruso. Recandosi di persona alla cappella privata di Totò, si può notare che quest'ultimo riceve tuttora, inserite all'interno della cappella, lettere da ammiratori che recano in molti casi l'intestazione "Antonio De Curtis - Cimitero di Napoli".[32]
[modifica] Architetture civili
Per approfondire, vedi la voce Palazzi di Napoli.
 
 
Palazzo Caravita di Sirignano, uno dei palazzi monumentali di Napoli
L'edilizia civile in epoca medievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo, molto più dell'architettura religiosa; poco o nulla resta in città dei palazzi edificati nel periodo ducale e vescovile. Successivamente, la classe di feudatari che si andò costituendo con l'instaurarsi della monarchia, e che andò a trasferirsi progressivamente in città dopo l'avvento della dinastia angioina, iniziò ad edificare dimore e palazzi nobiliari anche con l'intento di prender parte alla vita di corte. Nel periodo dell'Umanesimo numerose furono le testimonianze di palazzi lasciate in città, in particolare da artisti catalani e, a partire dal XV secolo più marcata fu invece l'impronta toscana caratteristica dell'edilizia civile rinascimentale. Numerose e di valore sono anche le testimonianze artistiche di epoca barocca e neoclassica.
Sono diverse centinaia i palazzi di valore artistico monumentale della città, molti dei quali in rovina (come nel caso del rinascimentale Palazzo Penne, importante esempio di architettura civile quattrocentesca). Altri palazzi mostrano il proprio originario splendore: tra questi spiccano
 
 
Palazzo Ravaschieri
per importanza storico-architettonica il Palazzo Gravina, a tipico modello tosco-romano, il Palazzo Casamassima ai Banchi Nuovi, il Palazzo Cellamare a Chiaia, il Palazzo Carafa di Maddaloni nel suo imponente stile barocco. Di rilevo per la ottima conservazione degli ambienti interni vanno segnalati invece il Palazzo Doria d'Angri nei pressi di Piazza Dante e il Palazzo Corigliano in Piazza San Domenico Maggiore. Altri edifici civili di interesse, nonostante siano quotidianamente visitati, difettano di un periodico piano di restauro e di salvaguardia, come ad esempio nel caso del rococò Palazzo Tarsia.
I palazzi ai numeri 20 e al 22 di via Nilo rappresentano, anche se molto rimaneggiati con le sopraelevazioni e le nuove decorazioni, esempi di architettura quattrocentesca in cui è evidente il passaggio tra lo stile catalano del numero 22 e quello rinascimentale al 20.
[modifica] Fontane
Per approfondire, vedi la voce Fontane di Napoli.
 
 
Fontana del Gigante, una delle fontane monumentali della città
Le fontane di Napoli venivano costruite anzitutto allo scopo di distribuire le acque (provenienti da acquedotti ed acque sorgive) al popolo; l'altro motivo è invece prettamente politico: i sovrani succeduti al trono, molto spesso, donavano al popolo nuove e maestose fontane, a dimostrazione della loro generosità o simbolo del loro potere. Napoli sul finire del XVIII secolo, possedeva un gran numero di fontane; nel tempo, molte di queste, sono state spostate, modificate o nel peggiore dei casi, razziate. Oggi, il loro numero è comunque elevato, ma, molte di quelle visibili, versano in stato di degrado, mentre altre ancora sono rinchiuse nei depositi comunali del Chiatamone, in attesa di restauro e di visibilità[33].
[modifica] Scale
Per approfondire, vedi la voce Scale di Napoli.
 
 
Le scale della Pedamentina
Le scale di Napoli sono dei complessi sistemi urbanistici, caratterizzate da vie gradinate che congiungono varie zone della città. La storia di queste rampe è riconducibile per lo più alle espansioni fuori le mura del XVI secolo. Oltre a quelle più vaste e storicamente rilevanti (come ad esempio la Pedamentina: una vasta scala di circa 500 scalini), numerosissime altre sono tutt'oggi esistenti, costituendo, oggi come allora, un tipico elemento caratterizzante l'urbanistica di Napoli.
[modifica] Ville
Per approfondire, vedi la voce Ville di Napoli.
Napoli, nel corso della sua storia, per la sua felice posizione e il suo clima mite, è stata più volte scelta anche come luogo di villeggiatura.
Secondo gli esami storici, i primi a scoprirla sotto questo punto di vista furono i romani (anche se alcune ricerche archeologiche hanno fatto intuire che vari luoghi della città furono individuati come "zone di ozio" anche dai greci); successivamente, anche tutte le altre dominazioni straniere videro in Napoli un luogo di vacanza, incrementando l'edificazione di sontuose ville entro e fuori le mura.
Ricordiamo che queste architetture hanno assunto anche una "veste reale" (come Villa Rosebery che fu residenza dei Borboni). Quest'ultima, prettamente neoclassica, fu dimora del banchiere Carlo Rothschild che dirigeva la filiale napoletana dell'omonima Banca. Le ville napoletane rappresentano importanti testimonianze architettoniche; esse spaziano dal periodo romano (ruderi) al XX secolo; sono circa duecento le ville entro il solo municipio di Napoli, situate maggiormente in zone panoramiche o nelle immediate vicinanze della costa.
 
 
Villa Pignatelli
Le costruzioni più rilevanti si ebbero nel 700 e nell'800; infatti, in questo periodo, le famiglie nobiliari napoletane si appellarono ai migliori architetti ed artisti provenienti dal resto d'Italia e non solo, affinché venissero costruite le loro residenze estive e non. Le ville napoletane del miglio d'oro, molte delle quali volute anche da stranieri residenti in città, sono riconducibili proprio a questo lasso di tempo. Nel XX secolo, invece, si susseguirono in gran numero le costruzioni di ville in stile Liberty; mentre, in seguito, con le speculazioni edilizie e le demolizioni di massa degli anni cinquanta, il numero di queste strutture subì un calo.
Generalmente, molte delle ville in questione versano in cattivo stato conservativo, mentre altre sono visitabili o sono in fase di restauro[34].
[modifica] Residenze reali
Per approfondire, vedi le voci Palazzo Reale di Napoli, Reggia di Caserta e Reggia di Portici.
La città di Napoli ha due vere e proprie residenze reali, nonostante altre ville o palazzi siano state abitate da sovrani (come Villa Rosebery).
 
 
La facciata del Palazzo Reale
Il Palazzo Reale si affaccia su Piazza del Plebiscito ed ha le forme tipiche di una reggia europea. Fu costruito a partire dal XVII secolo, e rimase ufficiale residenza reale anche sotto la monarchia sabauda, sino al 1946.
Le stanze del palazzo riassumono svariati stili architettonici ed artistici; di particolare rilievo monumentale sono lo scalone d'onore in marmo e il giardino esotico del 1841. La facciata risale al XIX secolo, ed è ornata da una serie di statue rappresentanti i monarchi più influenti e importanti che hanno governato direttamente o indirettamente la città: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso I d'Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II di Savoia.
Carlo III di Borbone, insieme allo storico palazzo reale, nel progetto di risistemare la funzionalità urbana di Napoli e del circondario, fece erigere una seconda residenza regia, la Reggia di Capodimonte. Il palazzo, che oggi ospita una celebre pinacoteca, fu progettato e costruito in uno spazio che divenne poi un'importante zona verde della città, nel tentativo di orientare una pianificazione urbanistica coerente con i principi dell'illuminismo.
La residenza fu abitata anche da Ferdinando IV e da Gioacchino Murat; infine nel 1950 fu adibita a sede dell'omonimo Museo Nazionale. Le opere d'arte raccolte nella pinacoteca comprendono collezioni di porcellane e importanti dipinti, fino alle tele dell'Impressionismo francese.
 
 
Reggia di Capodimonte
In linea con le pianificazioni urbanistiche della capitale, Carlo III di Borbone estese il progetto di modernizzazione territoriale alla Terra di Lavoro, dove concentrò le spese statali nel tentativo di costituire una moderna corte reale sul modello di quella francese di Versailles, disponendo la costruzione a Caserta dell'omonima reggia: il progetto, fortemente dispendioso[35], fu poi seguito da Ferdinando IV di Napoli che in Terra di Lavoro favorì l'insediamento dei primi sistemi industriali moderni del regno di Napoli.
Altre due reggie, di minor peso urbanistico, sono la Reggia di Portici e la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia.
[modifica] Architettura moderna
Per approfondire, vedi la voce Centro direzionale di Napoli.
 
 
Uno scorcio del Centro Direzionale
La nuova concezione novecentesc== 사건 ==
 
== 탄생 ==